Presentazione della nuova traduzione in sloveno del romanzo “Elias Portolu” di Grazia Deledda

8 dicembre 2025

La CAN Costiera, in collaborazione con la casa editrice Beletrina, ha organizzato un incontro letterario con il traduttore Vasja Bratina per approfondire il tema della traduzione, le sue sfide e la sua funzione nel dialogo tra culture.

In occasione dell’uscita della nuova traduzione in sloveno di “Elias Portolu”, a Palazzo Gravisi Buttorai di Capodistria si è svolto un interessante dibattito sull’importanza dell’opera dell’autrice vincitrice del Premio Nobel, e sul valore della sua recente edizione slovena pubblicata da Beletrina.

A dialogare con il traduttore Vasja Bratina, grazie al quale il pubblico sloveno ha potuto conoscere le opere di importanti autori italiani, tra i quali Umberto Eco, Claudio Magris e Natalia Ginzburg, è stata la giornalista Martina Vocci. Bratina ha condiviso con il pubblico il suo percorso professionale, che dall’ingegneria, passando per la psicologia e la psicoterapia, lo ha condotto infine alla traduzione. Secondo Bratina, il ruolo del traduttore è quello di mettere in contatto culture diverse, per far conoscere, al lettore d’arrivo, usi e costumi altrui. La conoscenza dell’altro, ha ricordato, è uno degli strumenti più efficaci per superare stereotipi e pregiudizi, poiché ciò che non si conosce può generare diffidenza e ostilità.

Bratina ha illustrato anche il percorso che lo ha portato a conoscere Grazia Deledda, la sua vita, le sue opere, ma anche la Sardegna, con tutte le sue peculiarità. A colpirlo in modo particolare è stata la sorprendente maturità della scrittrice, capace fin da giovane di cogliere le profondità dell’animo umano. I temi affrontati da Deledda, universali e senza tempo, continuano infatti a parlare a lettori di ogni epoca e latitudine.